Nuovi dettagli sulla morte delle due donne rumene trovate morte nelle loro abitazioni a Naro: un giovane di 24 anni è stato fermato.
Risale a due notti fa il terribile ritrovamento dei corpi di due donne – uno carbonizzato e uno in una pozza di sangue – nel quartiere di Sant’Erasmo a Naro, in Sicilia. Le due vittime sono state trovate rispettivamente nelle proprie abitazioni, distanti circa 150 metri l’una dall’altra. Dopo ore di indagini, potrebbe essere stato trovato il presunto killer.
La raccapricciante scoperta a Naro
Nella notte tra il 4 e il 5 gennaio, una macabra scoperta ha scosso la cittadina di Naro, in provincia di Agrigento. Intervenuti per un incendio in vicolo Avenia, i vigili del fuoco hanno trovato all’interno di un’abitazione il corpo carbonizzato di una donna. A rendere il tutto ancora più raccapricciante, è stato il cadavere di una seconda donna, trovato poco distante, nella sua casa in via Da Vinci, mentre giaceva in un lago di sangue.
Si tratta di Maria Rus, 54enne trovata carbonizzata nella sua abitazione, e Delia Zarniscu, donna di 58 anni che è stata brutalmente accoltellata: entrambe di nazionalità romena. Si indaga per duplice omicidio, ipotizzando che ci fosse qualche collegamento tra le due vittime e l’autore del terribile delitto.
Fermato un 24enne: era ricercato
Dopo una giornata di indagini, un giovane di 24 anni è stato fermato dalla polizia. Il ragazzo, Omar Edgar Nedelkov, già noto alle forze dell’ordine, era stato precedentemente indagato per furto ai danni della ditta agricola del paese dove lavorava.
Inoltre, il presunto sospettato è anche sospettato di avere anche appiccato un incendio con gasolio a una delle serre dell’impresa. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande di pm e carabinieri: ora si trova in carcere ad Agrigento, e lunedì verrà sottoposto all’interrogatorio per la convalida del provvedimento di fermo.
L’autopsia sui corpi delle due donne
Per chiarire meglio la dinamica dell’accaduto, è stata disposta l’autopsia sui corpi di Delia e Maria. Ieri sera, all’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, è stata eseguita una Tac sui cadaveri delle due donne per stabilire se, e che tipo, di fratture e traumi le due vittime abbiano riportato.
La figlia di Maria Rus ha dichiarato: “Vogliamo la verità”, raccontando di una persona che l’ha chiamata per dirle che sua madre era stata uccisa. “Sono arrivata e non mi hanno fatto entrare, ho visto solo dalla finestra, lei era carbonizzata, poi mi sono sentita male”, ha raccontato la donna.